È stata presenta, ieri lunedi 23 ottobre presso il Ridotto Toscanini Teatro alla Scala di Milano, l’opera “L’amore dei tre re” di Italo Montemezzi. L’opera fu diretta in prima assoluta dal maestro rottanovanovano Tullio Serafin nel 1913 proprio al Teatro alla Scala, ottenendo fin da subito il successo meritato.
A rappresentare, ieri, la memoria di Serafin al Teatro alla Scala c’era Andrea Castello presidente dell’Archivio storico Tullio Serafin che ha preso la parola introdotto da Raffaele Mellace consulente scientifico della Fondazione teatro alla Scala e successivamente all’intervento del regista Alex Ollé, del maestro direttore Pinchas Steinberg e del soprano Chiara Isotton protagonista nel ruolo di “Fiora” nell’opera di Montemezzi.
“Sono onorato di essere seduto a questo tavolo per rappresentare e sostenere la memoria del maestro Tullio Serafin. Riportare alla luce opere poco eseguite è un’operazione culturale e musicale importante per i teatri, ma anche per il pubblico che voglia conoscere quel repertorio differente dalle opere di tradizione” afferma Andrea Castello.
Stupore e grande interesse da parte del soprano Isotton e del maestro Steinberg quando Castello ha presentato la partitura de “L’amore dei tre re” usata dal Maeatro Serafin, completamente riempita da segni, descrizioni, didascalie, tagli da lui stesso apportati. Inoltre sono state citate le due lettere di Montemezzi a Serafin datate 1950 e conservate presso l’Archivio storico Tullio Serafin (insieme alla partitura) dove si intuisce la fiducia di Montemezzi in Serafin, ma anche il suo sgomento per essere stato dimenticato.
Nel suo intervento Andrea Castello ha messo in luce come Serafin abbia dato fiducia a Montemezzi dirigendo 4 prime assolute della sue composizioni:”Giovanni Gallurese” nel 1905 al Teatro Vittorio Emanuele di Torino, “Hellera” nel 1909 al teatro Regio di Torino, “L’amore dei tre re” al Teatro alla Scala nel 1913 e “La nave” nel 1918 sempre alla Scala con protagonista la moglie di Serafin Elena Rakowska.
Tullio Serafin nella stagione 1912/1913 è stato un pilastro importante per il teatro milanese anche e soprattutto per le nuove opere, basti pensare che solo in quella stagione oltre a dirigere il “Don Carlo” di Verdi per il centenario verdiano, diresse la prima esecuzione italiana de “I fuochi di San Giovanni” di Strauss, la prima esecuzione assoluta de “La Habanera” di Laparra, la prima esecuzione scaligera de “La fanciulla del West” di Puccini, la prima esecuzione italiana di “Oberón” di Weber e si stava preparando alla prima del “Parsifal” di Wagner in cartellone nel gennaio del 1914. “Riportare in auge la memoria di Serafin é una responsabilità che ho scelto di sostenere da tanti anni. Oggi con l’Archivio storico Tullio Serafin che presiedo e custodisco trovo sempre la determinazione di scegliere una strada di alta qualità, lontana da quei provincialismi che troppo spesso hanno spinto Serafin nel dimenticatoio o non gli hanno dato quella caratura che merita e che porta il suo territorio in tutto il mondo” conclude Andrea Castello.
La prima dell’opera é prevista per il 28 ottobre con: Chiara Isotton (Fiora), Evgeny Stavinsky (Archibaldo), Roman Burdenko (Manfredo), Giorgio Berrugi (Avito), Giorgio Misseri (Flaminio), Andrea Tanzillo (un giovanetto) e Fan Zhou (un’ancella). Orchestra e Coro del Teatro alla Scala, Voro di Voci Bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala.