Intervista al soprano Amarilli Nizza

Amarilli Nizza, Madame Butterfly, Teatro Maestranza Siviglia

Amarilli Nizza, Madame Butterfly, Teatro Maestranza Siviglia

di Eva Purelli

 

 

Eva Purelli:  In Veneto a Vicenza è già stata per ricevere il     Premio intitolato a Marcella Pobbe. E a Verona è spesso applaudita e celebrata interprete di allestimenti areniani. Ora ritorna a Vicenza su invito dell’associazione Concetto Armonico.

Qualcuno può ritenere che privilegi…il Veneto rispetto ad altre regioni d’Italia…

Ma esiste qualche luogo dove lei non è mai stata? E dove invece vorrebbe cantare?

Amarilli Nizza: “Onestamente devo dire che amo cantare in quei luoghi dove incontro professionalità e amore per l’Arte. E il Veneto è di sicuro in cima alla classifica! Io mi sento inoltre particolarmente legata al pubblico veneto che da sempre è tanto caloroso ed affettuoso con me. La “macchina organizzativa” dell’Arena di Verona e della Fenice di Venezia mi entusiasmano e rimango ammirata nel vedere come in un momento di grande crisi internazionale questi due Teatri continuino in una ammirevole operazione di prestigio, managerialità e competenza a produrre molto, proponendo spettacoli di grande interesse e riscontrando il gradimento del pubblico. Mi sento poi particolarmente legata al pubblico veneto perché ricordo bene la mia “prima” Aida a Rovigo. Era il 2001: l’entusiasmo e l’affetto che il pubblico mi dimostrava ad ogni recita sono ancora vive nel ricordo dentro di me. E poi, un forte legame di affetto reciproco mi lega al pubblico veronese. Insomma: per me è fondamentale che prevalga l’aspetto umano nelle scelte che faccio, piuttosto che il calcolo o le convenienze legate alla carriera”.

 

E.P:  Che rinunce deve fare oggi una grande cantante lirica rispetto all’Ottocento?

A.N.: “Immagino, minori! Quando sento la parola rinunce penso subito alla famiglia e oggi  per fortuna è davvero più semplice mantenere i legami familiari vivi, grazie ad una progredita e capillare tecnologia. Gli strumenti di comunicazione moderni ci consentono di vedere i nostri cari magari su skype, oppure di rimanere in contatto vivendo da un capo all’altro del mondo. Nell’Ottocento quando si affrontavano lunghe tourneé si poteva rimanere fuori casa anche per sei mesi, lasciando a casa i figli. Ecco, per me questo sarebbe stato inconcepibile ed insopportabile!”

 

E.P.: Tutti i suoi fans e gli amanti del belcanto in genere la apprezzano non solo per le sue doti canore e da grande interprete ma anche per la sua splendida forma fisica. Presta attenzione alla cura del suo corpo? Va in palestra? Segue dei regimi dietetici particolari?

A.N.: “Purtroppo non mi dedico molto al corpo anche se per tutta la vita ho fatto dello sport agonistico. Poi è nato mio figlio e ho abbandonato ogni velleità sportiva. Dovrei trovare il tempo per mettermi a fare un po’ di movimento, ma forse è soprattutto la voglia che mi manca, anche perché quando si smette inevitabilmente si diventa pigri e io ho smesso ormai da 16 anni! Quanto alla dieta, no. Non faccio diete perché ho bisogno di molta energia per cantare, però sono molto attenta ad eliminare tanti alimenti che possono provocare acidità a livello gastrico (per tenere a bada una gastrite che mi tormenta da anni) ed interferire con la mia salute vocale”.

 

E.P.: Insomma: esistono dei cibi e dei comportamenti-no per chi deve fare questo meraviglioso mestiere?

A.N.: “Questo mestiere per me è una disciplina ed è quindi importantissimo essere sempre rigorosi. Dormire, fare tanti esercizi vocali e respiratori, non fumare, non bere. Insomma, alla fine noi cantanti siamo come gli atleti!

 

E.P.: Il binomio genio-sregolatezza in questo campo non paga, vero?

A.N.: “Secondo me no. Ma ognuno deve fare ciò che sente dentro di se’. E non amo dare giudizi sul prossimo…!”

 

E.P.: Attualmente in che allestimenti è impegnata?

A.N.: “Sto per tornare a Venezia per riprendere la Madama Butterfly che ho fatto lo scorso anno”.

 

E.P.: Affronterebbe ora un titolo dal repertorio di musica moderna, contemporanea, o del Novecento storico?

A.N.:  “Canto già così tante cose che non ne aggiungerei troppe. Sto studiando per il prossimo anno “Goyescas” di Granados e Andrea Chenier. E poi ho già cantato ‘Francesca da Rimini’, “ i Cavalieri di Ekubù”, “Il Tabarro”. Più modernità di  questa…!! Trovo veramente che siano delle opere geniali!

Amarilli Nizza, Suor Angelica

Amarilli Nizza, Suor Angelica

E.P.: Scelga un ruolo (uno solo) con cui vuole essere ricordata.

A.N.: “Suor Angelica”.

 

E.P.: Che consigli si sente di dare ad un giovane che intraprende questo lavoro?

A.N.: “Consiglio di studiare, studiare, studiare e poi ancora studiare. La solidità tecnica è da mettere al primo posto, insieme ad un grande spirito di sacrificio e di abnegazione”.

 

E.P.: Ci sono dei progetti, magari oltre al canto, che vorrebbe un domani affrontare e ai quali dedicarsi con l’aiuto della sua esperienza?

A.N.: “In realtà sono sempre piena di progetti e di idee in testa. Prima di cantare ho frequentato la facoltà di Psicologia all’Università ‘La Sapienza’ e ho fatto i lavori più svariati per mantenermi agli studi. Dal ‘back-office’ in un albergo alla “Restaurant-manager”, alla segretaria di una società di basket, al dirigente-addetto agli arbitri”.

 

E.P.: Se non avesse scelto la carriera lirica cosa avrebbe fatto?

A.N.: “Avrei continuato in qualche attività di quelle prima menzionate”.

 

Amarilli Nizza, Nabucco, Oper Leipzig

Amarilli Nizza, Nabucco, Oper Leipzig

E.P.: Cosa ne pensa di quei cantanti che nonostante l’età… continuano a solcare i palcoscenici?

A.N.:  “Mi ripeto un po’, ma non amo davvero dare dei giudizi.Ognuno deve fare ciò che sente nell’animo. Tutti noi siamo guidati da una voce interiore che c’impone una scelta piuttosto che un’altra o che ci dice quando cominciare un’attività o quando è il momento di dedicarsi ad altro. Talvolta può capitare che non ascoltiamo la nostra voce ma se rimanere sul palco fa stare bene una persona, allora credo che possa rimanerci tranquillamente!”.

                                                                                         

E.P.: Cosa augura a questa nuova associazione, Concetto Armonico, composta da giovani entusiasti e che amano così tanto la Lirica?

“ Auguro naturalmente un futuro brillante e prospero, nonostante tutte le difficoltà del momento e auguro di non smettere mai i sperare e di  credere”.